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Visualizzazione dei post da 2015

Letterina a Babbo Natale

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Babbo bello, Babbo caro, Babbo mio,   visto che in 29 anni di vita non ti ho mai chiesto nulla, facendoti risparmiare soldi, benzina e fatica, vorrei proprio recuperare quest'anno, pregandoti di farmi contento. Non ti chiederò doni per me stesso (ok forse solo un paio), ma per tutti coloro che hanno davvero bisogno del tuo salvifico e santo intervento. Per prima cosa vorrei tanto regalassi un po' di senso del pudore ai "selftori della domenica mattina", che dei loro pacchi sempre pronti ad esplodere ne abbiamo piene solo e soltanto le tasche. Vorrei poi che facessi ritrovare i congiuntivi a tutti coloro che li hanno persi chissà dove, ma anche che donassi un po' di umiltà agli spiritosoni che passano il loro tempo a redarguire pubblicamente chi inciampa in errori od orrori ortografici. Fai poi una magia agli evidenziatori ed alle penne degli studenti di tutto il mondo, facendo sì che non smettano di funzionare la domenica mattina, quando tutte le cart

#25novembre

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Specie dominante sul pianeta Terra, scopritori dei segreti più complessi dell'universo. Inventori, poeti, medici, scienziati, attori, linguisti. Curiosi osservatori del mondo, sapienti bipedi perennemente in equilibrio tra tradizione e innovazione, eppure... così poco evoluti da aver bisogno di ricordarci a vicenda qualcosa che dovrebbe essere scontato: le donne non si picchiano. Dovremmo aver ormai superato gretti giudizi di valore basati sulla presenza o meno di organi genitali più o meno appariscenti. Purtroppo invece, alle porte del 2016, si fa ancora forte la necessità di ribadire che picchiare, stuprare, abusare e/o aggredire verbalmente una donna è qualcosa di meschino, infimo, orribile, triste, raccapricciante e atroce. Camminiamo sui sei continenti da migliaia di anni, abbiamo declinato le nostre conoscenze in forme sempre nuove e strabilianti, ma tutto ciò che di meraviglioso siamo diventati nei secoli è niente se una donna deve aver ancora ancora paura

Happy B-Day Blog!

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Due anni di blog, due anni di voi. Ormai è quasi una relazione stabile la nostra: io vi propino considerazioni e pareri non richiesti e voi, pazientemente, ascoltate sempre ciò che ho da dire, trovando persino il tempo di rispondere ai lucidi deliri che, di tanto in tanto, partorisco. Come ogni rapporto di "coppia" che si rispetti ci sono stati momenti felici e attimi di tristezza, gioie e nevrosi, pause di riflessione e riavvicinamenti...ma ciò che mi consola (ma che non so quanto consoli voi) è che sono ancora qui, con molto entusiasmo ed una buona dose di faccia tosta. Mi basta cliccare su "Nuovo post" per iniziare a sorridere mentre le mie dita scorrono velocemente sulla tastiera, componendo parole che si mischiano tra loro per dare forma alle mie idee, quelle idee che ho sempre tenuto per me perché troppo minute ed insignificanti per essere esposte ai rischi del mondo esterno. Ho, in questi anni, gelosamente custodito ogni complimento ed ogni critica, ed h

#PrayForParis

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L'alba di oggi, quella del 14 novembre 2015, non ha potuto svegliare, come di consueto, un'Europa beatamente addormentata: la maggior parte di noi, francesi e non, è rimasta sveglia, in silenzio e in lacrime, a contemplare le terribili immagini che arrivavano da Parigi.  In questi momenti di terribile paura ognuno di noi reagisce a modo suo: c'è chi prega, chi piange, chi urla e chi si prepara alla guerra. I nostri occhi restano sgomenti ora per le vittime, ora per le illazioni dei soliti sciacalli di turno che sfruttano ogni tragico evento per tentare di mettersi in mostra facendo quasi a gara a chi la spara più grossa.  In tanti secoli di evoluzione e di crescita l'uomo non ha ancora imparato che un proprio simile resta tale persino quando appare completamente diverso dagli altri: siamo tutti infinitamente ed irrimediabilmente unici e preziosi, ma tutti facciamo parte dello stesso disegno genetico che ci ha portato ad essere una delle specie più affascina

Domeniche virtuali

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Quanto criticata e odiata è questa realtà virtuale nella quale, quotidianamente, sguazziamo? A detta di mamme, nonne, zii ed amici non sono stati ancora inventati aggettivi adatti a demonizzare questo fenomeno (in)culturale che ci ha completamente stregati ed assorbiti. Che si tratti di un incantesimo e della nostra poca mancanza di misura, sta di fatto che viviamo con il sorriso plasticamente rivolto verso quella finestra luminosa, perennemente bisognosa di energia, il cui paesaggio ci piace così tanto proprio perché è in continuo movimento. Un insensato, caotico e tumultuoso susseguirsi di immagini che ci fanno ridere, commuovere, eccitare, sbuffare, sgranare gli occhi e sollevare le sopracciglia per il disgusto.  Così tra una critica ed un buon consiglio finiamo, di tanto in tanto, col rinsavire e con il chiederci perché mai perdiamo tutto questo tempo a trovare, continuamente, qualcosa che, in fondo, non stiamo nemmeno cercando.  Di solito questa sensazione di amore per la

I cinque gironi del Twitter

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Dopo quasi due anni, finalmente, mi sento psicologicamente e fisicamente pronto per mettere nero su bianco tutto ciò che ho capito di Twitter e dei suoi strambi abitanti. Il social con l'uccelletto blu è sicuramente il mio preferito: brevitas, censure ridotte a zero e pluralità di argomenti sempre in circolazione lo rendono sicuramente, se non uno strumento unico, sicuramente una piattaforma con requisiti del tutto originali (e per questo molto scopiazzati). Twitter non avrebbe senso di esistere se non fosse animato da quella pletora di sconosciuti con i quali, volente o nolente, ogni giorno, si entra in contatto. E così ci si scontra e ci si scorna con persone simpatiche, permalose, melense, scontate, timide, estroverse, allegre, depresse, iraconde e brillanti, lasciando, più o meno consapevolmente, che i loro tweet, accorcino sempre di più le nostre già striminzite e caotiche giornate. Personalmente ho sempre detestato le categorizzazioni ed i luoghi comuni, ma sarebbe impos

Paure "genderdizzate"

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Mi alzo, prendo il caffè, prego Santa Alessia Marcuzzi affinché infonda un po' di "bifidus" nella mia stitica esistenza, vado in bagno (Grazie Ale!), leggo qualche quotidiano on line e, come direbbero i "gggiovani", mi sale il crimine! Voi, genitori omofobi in lotta contro quella fucina di omosessualità che sono le scuole, dovreste avere la pazienza e l'accortezza di spiegarmi in cosa si sostanzi la fantomatica "teoria gendere", perché io, davvero, non l'ho proprio capito.  Già che ci siete dovreste anche chiarirmi un concetto: che bisogno c'è di strumentalizzare i bambini per il raggiungimento dei vostri fini? Non pensate che almeno loro dovrebbero restare fuori dalla vostra ridicola crociata?  Lo so io e lo sapete voi: nessuno ha intenzione di proiettare nelle scuole filmanti pornografici, nessuno vuole istigare i bambini ad avere rapporti sessuali in classe, e nessuno sente il bisogno di creare danni irreparabili alla psiche di

Settembre

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Selva intricata, ripida salita, canyon scosceso, eroso cammino; acuminato flagello, ferro da macello, frusta sferzante, urticante cilicio. Mani immortali di spettrale candore, prive di grazia e di onesto calore. Oscuro tormento ed umano livore, di sogni lontani ricolmi di amore. Con ironia e pochissima voglia di impegnarmi nello studio, Auguro, a tutti voi, un "inizio" meno traumatico del mio. A presto blog, a risentirci miei lettori. 

Gomitoli di acciaio inossidabile

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Dopo giorni di bagordi, sorrisi e di gite fuori porta, già ieri avevo deciso che oggi mi sarei dedicato ad un po' di sano e frivolo relax casalingo. Il piano sarebbe stato più o meno questo: 1) Analisi critica dei kg di troppo con accento posto sugli addominali ancora troppo flosci; 2) Regolazione della barba con cauterizzazione strategica dei peli bianchi; 3) Idratazione della mia pelle così secca che da vicino sembra una foto del deserto del Gobi; 4) Chiamata pomeridiana con la migliore amica per aggiornarci su chi, questa settimana, si trovi al primo posto bella black list degli indesiderabili; 5) Scorrimento nevrotico della TL di Twitter alla ricerca di gossip vari ed eventuali. Appena sveglio però, rigorosamente dopo il caffè ed evitando accuratamente gli specchi (vedi punto 1), ho ricambiato il buon giorno ad un mio amico/lettore chiedendogli cosa avrebbe fatto di bello oggi...ed è stato leggendo la sua risposta che, improvvisamente, ho realizzato quanto dietro a fot

Empaticissimo me

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Succede sempre così quando si leggono prodotti di qualità: immediatamente ci si trova a pensare alla propria esistenza, alle proprie esperienze ed alla strada percorsa. Oggi mi sono imbattuto in un interessantissimo articolo scritto dal caro Pietro (che vi invito caldamente a leggere  cliccando qui ), e non ho potuto fare a meno di tornare indietro nel tempo, a quando ero solo un bambino pieno di indomabili capelli neri e congiuntivi. Fino ai 10 anni il mio aspetto è stato molto, troppo, androgino: quella voce così bianca combinata a dei lineamenti delicati ed occhi grandi, hanno sempre portato l'interlocutore a fermarsi davanti a me per qualche istante prima di pronunciarsi sul mio genere di appartenenza. Questa paura di sbagliare e di offendermi mi causava uno strano senso di disagio e di disappunto, quasi fosse una mia responsabilità chiarire il dilemma. Avrei potuto sforzarmi di mostrarmi più virile, comportandomi "da maschio", ma proprio non riuscivo a sputare a t

Prìncipi dai sani princìpi

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Oggi voglio semplicemente raccontarvi una breve favola che molti di voi, sicuramente, conosceranno già. " C'era una volta un re che era molto triste perché non aveva figli. Quando ormai cominciava a disperare di averne piú, si recò in una lontana foresta per incontrare tre fate che vivevano laggiú e sottoporre loro il suo problema. Le fate ebbero pietà di lui e gli promisero che tra un anno e un giorno avrebbe avuto un erede. E infatti, esattamente dopo un anno e un giorno, la regina diede alla luce un bambino. La notte successiva alla sua nascita le tre fate apparvero ai piedi della culla del neonato per fargli i loro doni. La prima fata disse: – Tu sarai il più bel principe del mondo! La seconda disse: – Sarai anche saggio e onesto! Quando la terza sentí annunciare quei bei doni pensò un poco e poi disse: – Ma avrai anche orecchie d'asino, cosí non diventerai mai troppo superbo! Fatti i loro doni le tre fate disparvero. E tutto ciò che avevano predetto

Tra incudini, vasi e martelli

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Non è cosa facile descrivere il mix di emozioni che sto vivendo da qualche settimana a questa parte. Sento che tutto sta cambiando velocemente, come se qualcuno avesse premuto il tasto FF del telecomando impedendomi di comprendere la trama del film che stavo, con fatica, cercando di seguire.  Alcuni amici si sono sposati, altri stanno per laurearsi e cambiare vita, altri ancora stanno pensando di fare le valigie e di cercare fortuna lontano dai luoghi in cui sono nati...e poi ci sono io, ancora inchiodato alla stessa scrivania, disorientato come un novello Principe Salina e, come lui, atterrito dai cambiamenti che si intravedono all'orizzonte.  Non ho molta fiducia nei confronti dell'avvenire e l'attuale non è di certo un periodo storico particolarmente felice o facile; ciononostante non mi ritengo di certo un disfattista perché sono persuaso che anche io troverò, un giorno, il mio posto nel mondo. Dopo aver speso tante parole dolci e sincere per tutti coloro che amo vo

Ricordi e traguardi

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Caro Giuseppe, il giorno del tuo matrimonio ti ho preannunciato che ti avrei scritto...quello che non ti ho detto che lo avrei fatto pubblicamente. Mi piaceva l'idea di un biglietto virtuale, sia perché ami la tecnologia, sia perché certi bei sentimenti non perdono di certo valore se esposti agli occhi del prossimo. Il giorno del tuo matrimonio, durante le poche centinaia di metri che mi separavano dalla chiesa, ho ripensato a tutta la nostra storia: Amici da prima che capissimo il significato di questa parola, ci siamo ritrovati "vicini", assieme, quasi fosse, la nostra, un'unione combinata!  Sei presente nella maggior parte dei miei primi ricordi, e, ad ognuno di essi, hai donato allegria ed una mole di risate che solo un carattere solare come il tuo poteva regalarmi. A ben vedere abbiamo sempre avuto due caratteri molto differenti: da un lato tu, un energico ragazzino che non aveva paura di niente, pieno di fantasia ed anche un po' spericolato; dall

Nonne 2.0

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- "...E lei come sta? Ha deciso di sposarsi dopo la laurea?" - "Sta bene, è molto contenta, ma non credo si sposerà, probabilmente andrà a convivere con il suo ragazzo." - "Io ho 80 anni e se vuoi saperlo sono a favore della convivenza. Ai miei tempi sposarsi era quasi obbligatorio...a me è andata bene, io amo ancora tuo nonno dopo 50 anni assieme, ma ormai tutti si sposano pensando che ci saranno sempre e solo giornate di sole: non è così, piove e ci sono tantissimi temporali durante un rapporto. Bisogna sposarsi solo se si è sicuri di avere la pazienza di sopportare anche il cattivo tempo, altrimenti non ha senso mettere un abito bianco, dirsi di sì davanti al Signore e poi scappare non appena ci sono un po' di nuvole. Sarebbe meglio spendere tutti quei soldi per fare qualcos'altro, non credi?" - "La penso esattamente come te nonna, hai ragione." - "Mi raccomando, se mai ti sposerai fallo solo se sarai assolutamente certo che q

I dieci fraintendimenti

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Ero a letto, in pigiama, stanco e con un forte mal di testa...quando una forza impalpabile ma intensa mi ha scosso dal mio torpore: era una notifica di WhatsApp con la quale  @ BePietro  mi consigliava di cambiare canale per assistere al solito (triste) dibattito televisivo sull'omosessualità e sull'omogenitorialità.  Sapevo che non sarebbe stata una buona idea accogliere il suo suggerimento perché probabilmente mi sarei solo innervosito, ma la curiosità, si sa, fa parte della mia essenza.  Sono riuscito a godermi la trasmissione per poco più di dieci minuti, dopo di che ho dovuto spegnere tutto. Attenzione: personalmente non ho nulla contro l'istituzione "Chiesa cattolica", solo a volte certe affermazioni dei suoi "agenti" mi lasciano esterrefatto.  Eccovi i miei dieci fraintendimenti preferiti, offerti in elenco numerico per voi. 1) Gli omosessuali ostentano troppo la loro natura con abiti appariscenti ed estrosi.  - Ma davvero? No pe

Fedeltà sottovuoto

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La tentazione, per molti, è figlia del maligno e madre di ogni dubbio. Non è infatti un caso che molte preghiere invochino la protezione da qualunque fonte di istigazione a cambiare strada, ad allontanarsi dal selciato più o meno dissestato sul quale si sta beatamente passeggiando, così da evitare di addentrarsi nel bosco che, come da tradizione, è pieno di pericoli e feroci creature. Spesso accade però che gli atteggiamenti di estrema chiusura nei confronti del vivere umano si rivelino solo una banale ed arida semplificazione del nostro agire quotidiano, che dovrebbe invece essere sempre animato da una cauta ma costante curiosità. Come possiamo essere sicuri di essere fedeli ad un'idea o ad una persona se non siamo nemmeno posti davanti alla possibilità di poterle voltare le spalle perseguendo i nostri egoistici scopi? Anche l'egoismo, infatti, se assunto a piccole dosi, si rivela un ottimo cardiotonico e non un mortale veleno. Tutto ciò ovviamente non significa che sia nec

Significanti infeltriti

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Per quanto tempo un termine può essere utilizzato impropriamente prima di iniziare a sgualcirsi ed a deteriorarsi? Io credo che accada un po' come con i maglioni di lana: li metti, li lavi, li rimetti...ma se sbagli il programma della lavatrice è fatta, quel capo sarà da buttare perché perderà tutte le sue qualità.  Una delle prime cose che ho imparato studiando nella facoltà di giurisprudenza è che l'appropriatezza terminologica è tutto: i sinonimi, a ben vedere, non esistono perché ogni parola ha una sfumatura che le appartiene. Quello a cui si assiste ai giorni nostri, più che in passato, è invece il frutto di una frattura, forse ormai insanabile, tra la realtà che si vuole descrivere e gli strumenti che utilizziamo per rappresentarla agli "assenti", a coloro cioè che non hanno potuto percepire con i propri sensi quel dato fenomeno in quel dato istante del divenire storico-sociale.  E così ci fidiamo e assorbiamo, prendendoli per buoni, racconti i cui protagon

Uomo-fobia

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Da qualche anno a questa parte ho assistito al moltiplicarsi esasperato delle "giornate mondiali" dedicate ai più svariati argomenti.  Oggi, 17 maggio, ad esempio, è la nona giornata internazionale della lotta all'omofobia e alla transfobia. Il fatto che non siano passati nemmeno dieci anni dalla sua solenne proclamazione mi fa rendere conto quanto, un tema così "antico" e per nulla innovativo abbia ancora le fattezze di un bimbo in età scolare che ancora ha tanto da imparare prima di poter essere preso seriamente dai "grandi". Károly Mária, uno scrittore ungherese del XIX secolo, nei suoi "Studi sulla psicologia sessuale", ci ha rivelato che: « La parola  omosessuale  è stata inventata nel 1869 da un medico ungherese chiamato Benkert, che scriveva sotto lo pseudonimo di Kertbeny. ». Il termine è stato definito "un neologismo impuro", composto dal suffisso greco omoios = lo stesso, e dalla parola latina sexus = sesso. 

Artigiani di crudeltà

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Indignazione :  s. f. [dal lat. indignatio -onis, der. di indignari «sdegnarsi»]. Stato dell’animo indignato, risentimento vivo soprattutto per cosa che offende il senso di umanità, di giustizia e la coscienza morale (Da:  http://www.treccani.it/vocabolario ) Strumentalizzare:  v. tr. [der. di strumentale]. Servirsi di qualcuno o di qualcosa, o anche di un evento, di un fatto, di una situazione, esclusivamente come mezzo per conseguire un proprio particolare fine, non dichiarato ed estraneo al carattere intrinseco di ciò di cui ci si serve (Da:  http://www.treccani.it/vocabolario ). La lontananza semantica tra questi due termini è immensa, eppure spesso amiamo cambiare il nome alle cose, forse per noia, per gioco, o semplicemente per sentirci creatori di qualcosa.  Così accade che parliamo, con rispetto e commozione, delle vittime di Parigi, con spocchia e leggerezza di quei "cadaveri di serie B" affogati nel canale di Sicilia. La tragedie sono tali perché ledo

Panettiere informate sui fatti

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- "Buon giorno, vorrei una bolognese da portare via, grazie." - "Sei uno studente universitario vero?" - "Ehm, già...si vede?" - "Avete tutti barba lunga ed aria stressata, vi si riconosce facilmente!" Lei, una commessa giovane e sorridente, con i capelli neri e gli occhi nocciola; io, un ragazzo affamato ed imbronciato, con la barba troppo lunga e le mani sporche di penna blu. Noi studenti siamo un po' una categoria a parte: non siamo più bambini ma non siamo ancora adulti; siamo buoni per accompagnare le nonne a fare la spesa o per andare a pagare la bolletta ma non siamo ancora presi sul serio quando mettiamo a disposizione le nozioni che abbiamo appreso; siamo troppo grandi per non sapere quando cambiare l'olio alla macchina, ma troppo piccoli per spostarci da una città all'altra senza che mamma chieda a Gesù, Giuseppe, Maria ed a tutti i santi di proteggerci durante il tragitto, nemmeno portassimo l'Unico Anello al

Mimose geroglifiche

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L'8 marzo è una giornata importante.  L'8 marzo è una giornata di festa.  L'8 marzo è un simbolo  che ci ricorda quanto è stato fatto ma, soprattutto, quanto ancora c'è da fare. A tutte coloro che sono o si percepiscono donne, a prescindere specifici connotati fisici, mi permetto di dedicare la poesia che più di tutte, a mio avviso, descrive al meglio la vostra straordinaria ed affascinante complessità. INNO A ISIDE  Perche' io sono la prima e l'ultima, Io sono la venerata e la disprezzata, Io sono la prostituta e la santa, Io sono la sposa e la vergine, Io sono la mamma e la figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli. Io sono la donna sposata e la nubile, Io sono colei che da' la luce e colei che non ha mai procreato, Io sono la consolazione dei dolori del parto. Io sono la sposa e lo sposo, E fu il mio uomo che mi creo'. Io sono la madre di mio padre, Io sono la sorella di mio marito, Ed egli e'

C'è spazio sul comò

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Siamo abituati a paragonare e rapportare le nostre azioni in riferimento ad unità di misura che, in quanto tali, riteniamo perfette ed immutabili: metafisici pilastri sui quali si regge una nostra realtà ideale che aspiriamo a conquistare e possedere, così da farla nostra per sempre. Noi esseri umani siamo fatti così: per sopravvivere abbiamo bisogno di scomporre il mondo in categorie concentriche così da riuscire a ricomporlo quando, a causa di eventi catastrofici, rovinosamente cade a pezzi, creando una confusione ed un disordine che reputiamo inaccettabili. Una materialità stirata ed inamidata, la nostra, riposta ordinatamente in una miriade di cassetti, scaffali, armadi e contenitori che a loro volta contengono altri cofanetti, altri scrigni, tutti riempiti di pensieri e idee a volte importanti, altre sacrificabili e dozzinali. Insomma, scomporre la realtà ci serve per comprenderla, ma pensare che la realtà viva in una dimensione di perfetta scomponibilità è pura follia. Non pos

Il backup dei significanti

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In questo pomeriggio, con il cielo indeciso su quale sia la migliore tonalità di blu da indossare per accogliere il tramonto, un malleabile e molle senso di disagio mi pervade: ricordi e sensazioni, vissuti e viventi, si susseguono svelandomi i loro segreti, palesandomi lezioni e realtà che fino ad ora riposavano, immobili e nascoste, sotto uno spesso strato di ignorante noncuranza. Accade così che si impara qualcosa anche nell'imperfetto silenzio della propria solitudine, lì dove la malinconia esiste come una forma d'arte che ha bisogno di essere rappresentata per non essere inghiottita dall'oblio e dal buon umore.  Quell'arte inesperta e privata, figlia delle nostre scelte, nata, come ogni essere vivente, nel dolore e con tanta sofferenza, è una storia ricolma di morale ed esperienza, un'ancora di salvezza che avremo sempre alle nostre spalle e dalla quale potremo ripartire quando onde anomale o parole ci spingeranno indietro nel nostro cammino, cancellando i p