I cinque gironi del Twitter
Dopo quasi due anni, finalmente, mi sento psicologicamente e fisicamente pronto per mettere nero su bianco tutto ciò che ho capito di Twitter e dei suoi strambi abitanti.
Il social con l'uccelletto blu è sicuramente il mio preferito: brevitas, censure ridotte a zero e pluralità di argomenti sempre in circolazione lo rendono sicuramente, se non uno strumento unico, sicuramente una piattaforma con requisiti del tutto originali (e per questo molto scopiazzati).
Twitter non avrebbe senso di esistere se non fosse animato da quella pletora di sconosciuti con i quali, volente o nolente, ogni giorno, si entra in contatto. E così ci si scontra e ci si scorna con persone simpatiche, permalose, melense, scontate, timide, estroverse, allegre, depresse, iraconde e brillanti, lasciando, più o meno consapevolmente, che i loro tweet, accorcino sempre di più le nostre già striminzite e caotiche giornate.
Personalmente ho sempre detestato le categorizzazioni ed i luoghi comuni, ma sarebbe impossibile procedere ad una ironica analisi delle tipologie di "twitteri" senza fare di tutta l'erba un fascio e senza, quindi peccare, almeno un po', di banalità.
La tassonomia che vi propongo è alquanto semplice: 5 specie base con eventuali sub-categorie interne. Per rendere il tutto comprensibile anche ai "babbani del Twitter", in fondo al post troverete un breve glossario con le definizione di alcuni termini il cui significato potrebbe rivelarsi oscuro per i "non addetti ai lavori".
1. Le tweetstar
Impossibile iniziare a parlare di Twitter senza parlare di loro: le irraggiungibili, potentissime, aulentissime e, quasi metafisiche, tweetstar.
Non si è mai ben capito se si tratti di veri esseri umani o di macchine che, un po' come in Matrix, stanno cercando di prendere il sopravvento per distruggerci tutti.
Il loro è un duro lavoro, che non ha mai orari precisi: cinguettano frasi più o meno ovvie ad ogni ora del giorno e della notte; pare si nutrano direttamente tramite flebo, così da non perdere tempo assumendo cibi solidi che poi dovrebbero essere espulsi, causando un rallentamento nell'invio di tweet*. Si accoppiano e comunicano solo tra loro, proprio come fosse una casta indiana, provando sgomento per quei plebei che, con una buona dose di imbecillità e dabbenaggine, stellinano* a più non posso locuzioni la cui banalità lascerebbe esterrefatto anche il più idiota dei tronisti di Maria. Alcuni di essi sono in realtà acuti e veri geni della grammatica e della sintassi, ma per lo più si tratta di nerd che, chissà poi come, sono stati capaci di reinventarsi e costruirsi un esoscheletro virtuale che li protegge dal duro mondo reale.
Questi esseri, probabilmente immortali, costituiscono il pantheon del Twitter, e, volente o nolente, non ci si può scontrare contro il loro volere, pena l'ostracismo da ogni conversazione e il defollow* di massa.
2. I trojan da stellina
In questa categoria rientrano sia le "tweetstar wannabe", sia gli erotomani.
Le prime sono creature, ancora mortali e per niente famose, che fanno di tutto per assurgere al cielo e diventare esseri super-potenti il cui un numero di follower* superi quello degli abitanti dell'intero Molise: loro comunicano solo con le tweetstar cercando, disperatamente, la loro approvazione ed il loro consenso; usano qualunque tipo di mezzo per raggiungere la fama, dall'auto-commento, che serve per far tornare in alto sulla TL* il proprio tweet, alla richiesta esplicita, ma non pubblica, di stelline ai propri amici e conoscenti. Testimoni oculari raccontano di quanto il loro sguardo sia triste come quello di un cagnolino abbandonato in autostrada e di come non facciano altro che rimuginare su quale frase o quale foto sia quella "giusta" per diventare finalmente qualcuno.
Gli erotomani non hanno bisogno di penetranti descrizioni: pic profilo con culi, tette, peni e piedi; commenti che spaziano dal "sei carino" al "wow quanto sei bello" ed un utilizzo della lettera "m" tante più volte quanto la foto che stanno commentando risulti eccitante (pare che qualcuno si sia spinto ad utilizzare tutti i caratteri a disposizione per far capire quanto l'immagine risultasse bollente e conturbante). Meglio evitarli e non ricambiare il loro following* se non si vuole finire al Commissariato di polizia a presentare una querela per stalking.
3. I finti saggi
E poi ci sono loro, quelli de "Meglio un giorno da leone che cento da pecora", o del "Rosso di sera bel tempo si spera", o ancora del "Quando la vita ti dà mille ragioni per piangere, dimostra che hai mille ed una ragione per sorridere".
Terribili. Pessimi. Scadenti. Non c'è altro modo per definire questi soggetti che parlano utilizzando frasi fatte, proverbi e motti raccattati sui baci Perugina.
Questi strani bipedi forniti di account non fanno altro che fare a gara a chi dica la cosa più scontata ma, il loro vero tratto distintivo, è che ogni loro tweet riceve una valanga di stelline e di retweet*.
Non ho mai capito con che coraggio si possa esprimere consenso nei confronti di certe esternazioni che persino un bambino di 5 anni troverebbe ovvie e noiose...ma così va il mondo: i sapori semplici spesso sono anche quelli più banali.
4. Le comari
Questa è la categoria alla quale tengo di più perché, prendendo spunto dal Sommo Poeta, ho deciso di inserirmi proprio dentro questo "girone", da me stesso, peraltro, creato (no, non è una vostra impressione, sono davvero presuntuoso ed egocentrico come sembra).
Riescono a mimetizzarsi alla perfezione: hanno un numero di follower che varia dalle poche centinaia a qualche migliaio; spesso sono simpatici e parlano un po' con tutti, offrendo sorrisi e battute anche al nuovo iscritto ignorato dalla massa; pubblicano foto di cibo, di monumenti e di serate con gli amici, apparendo, agli occhi dell'universo di Twitter, come esseri del tutto normali e, forse, anche abbastanza anonimi. Ma è questa la loro forza: una capillare rete di informatori, amici, amici di amici, conoscenti e, in rari casi, addirittura tweetstar, fa di loro potentissimi e pericolosissimi Pubblici Ministeri, che segretamente, alcune volte anche loro malgrado, sono a conoscenza di gossip, piccanti e non, su tutti. La loro ronda è incessante, un po' come se fossero dei Nazgul alla ricerca dall'anello, ma senza drappi neri e cavalli: nessuno sa quando ci si trova in presenza di una comare o di un semplice twittero*, nessuno sa se quell'informazione che scivola dalle labbra è davvero al sicuro o sarà oggetto di una ricostruzione dei fatti il cui esito potrebbe portare all'ignominia social(e).
Bisogna stare molto attenti a rivelare pensieri, parole, opere od omissioni a chicchessia: non tutti possiedono quella vocazione alla segretezza che li rende dei laici confessori 2.0.
5. Gli ingenui
Ed infine abbiamo una delle categorie che, personalmente, detesto maggiormente: gli ingenui.
Va da sé che si tratta di "finti ingenui", di coloro che associano spietate autocritiche a foto che immortalano corpi così ben scolpiti da far entrare in crisi lo stesso Michelangelo.
Belli da far invidia a Venere o Apollo, passano le loro giornate scattandosi selfie e pubblicandoli su Twitter: slip strategicamente abbassati così da far intravedere villosità curate con fare maniacale; solidi ed inaffondabili glutei che, sfidando gravità e inestetismi della pelle, fanno capolino dalle lenzuola, artificiosamente sistemate in modo da spacciare per nudo artistico semplicemente un nudo esibizionistico; magliette perennemente assenti che costringono questi evolutissimi Sapiens, nei mesi invernali, a tenere i riscaldamenti accesi in modalità "tropici", giorno e notte, causando, tra l'altro, danni irreversibili al Pianeta e offrendoci sempre un motivo per invidiarli.
Li si vede perennemente cadere da altissimi peri, restando sempre sorpresi da come quella foto, in cui sono casualmente presenti piedi, capezzoli, peli del petto, addominali, polpacci, deltoidi e labbra a culo di gallina, possa davvero risultare interessante o, addirittura, erotica per qualcuno!
Mai farsi amico un ingenuo, esaurito il numero di stelline che si possa loro offrire, volgerà il suo appetito verso nuovi account ancora vergini di approvazione.
Conclusa la mia classificazione mi urge ricordare a tutti coloro che se la sono presa per ciò che hanno letto che no, non sono serio, e che no, non vi sto giudicando, sto semplicemente giocando con le parole così da strappare tanti sorrisi e quanti meno vaffanculo possibile.
Con la speranza di non avervi tediato più del solito, corro a cenare...e chissà, a pubblicare magari una foto che vi faccia invidiare le 2000 calorie che spero di assumere a breve.
Glossario:
*Tweet: breve commento che non può superare i 140 caratteri.
*Stellinare: aggiungere a preferiti un tweet, corrisponde al tasto "Mi piace" di Facebook.
*Defollow: smettere di seguire un account.
*Follower: colui che ti segue.
*Following: colui che segui.
*TL: sta per "Time Line", corrisponde alla Home di Facebook.
*Retweet: corrisponde al tasto condividi di Facebook.
*Twittero: persona che sta dietro un account Twitter.
Il social con l'uccelletto blu è sicuramente il mio preferito: brevitas, censure ridotte a zero e pluralità di argomenti sempre in circolazione lo rendono sicuramente, se non uno strumento unico, sicuramente una piattaforma con requisiti del tutto originali (e per questo molto scopiazzati).
Twitter non avrebbe senso di esistere se non fosse animato da quella pletora di sconosciuti con i quali, volente o nolente, ogni giorno, si entra in contatto. E così ci si scontra e ci si scorna con persone simpatiche, permalose, melense, scontate, timide, estroverse, allegre, depresse, iraconde e brillanti, lasciando, più o meno consapevolmente, che i loro tweet, accorcino sempre di più le nostre già striminzite e caotiche giornate.
Personalmente ho sempre detestato le categorizzazioni ed i luoghi comuni, ma sarebbe impossibile procedere ad una ironica analisi delle tipologie di "twitteri" senza fare di tutta l'erba un fascio e senza, quindi peccare, almeno un po', di banalità.
La tassonomia che vi propongo è alquanto semplice: 5 specie base con eventuali sub-categorie interne. Per rendere il tutto comprensibile anche ai "babbani del Twitter", in fondo al post troverete un breve glossario con le definizione di alcuni termini il cui significato potrebbe rivelarsi oscuro per i "non addetti ai lavori".
1. Le tweetstar
Impossibile iniziare a parlare di Twitter senza parlare di loro: le irraggiungibili, potentissime, aulentissime e, quasi metafisiche, tweetstar.
Non si è mai ben capito se si tratti di veri esseri umani o di macchine che, un po' come in Matrix, stanno cercando di prendere il sopravvento per distruggerci tutti.
Il loro è un duro lavoro, che non ha mai orari precisi: cinguettano frasi più o meno ovvie ad ogni ora del giorno e della notte; pare si nutrano direttamente tramite flebo, così da non perdere tempo assumendo cibi solidi che poi dovrebbero essere espulsi, causando un rallentamento nell'invio di tweet*. Si accoppiano e comunicano solo tra loro, proprio come fosse una casta indiana, provando sgomento per quei plebei che, con una buona dose di imbecillità e dabbenaggine, stellinano* a più non posso locuzioni la cui banalità lascerebbe esterrefatto anche il più idiota dei tronisti di Maria. Alcuni di essi sono in realtà acuti e veri geni della grammatica e della sintassi, ma per lo più si tratta di nerd che, chissà poi come, sono stati capaci di reinventarsi e costruirsi un esoscheletro virtuale che li protegge dal duro mondo reale.
Questi esseri, probabilmente immortali, costituiscono il pantheon del Twitter, e, volente o nolente, non ci si può scontrare contro il loro volere, pena l'ostracismo da ogni conversazione e il defollow* di massa.
2. I trojan da stellina
In questa categoria rientrano sia le "tweetstar wannabe", sia gli erotomani.
Le prime sono creature, ancora mortali e per niente famose, che fanno di tutto per assurgere al cielo e diventare esseri super-potenti il cui un numero di follower* superi quello degli abitanti dell'intero Molise: loro comunicano solo con le tweetstar cercando, disperatamente, la loro approvazione ed il loro consenso; usano qualunque tipo di mezzo per raggiungere la fama, dall'auto-commento, che serve per far tornare in alto sulla TL* il proprio tweet, alla richiesta esplicita, ma non pubblica, di stelline ai propri amici e conoscenti. Testimoni oculari raccontano di quanto il loro sguardo sia triste come quello di un cagnolino abbandonato in autostrada e di come non facciano altro che rimuginare su quale frase o quale foto sia quella "giusta" per diventare finalmente qualcuno.
Gli erotomani non hanno bisogno di penetranti descrizioni: pic profilo con culi, tette, peni e piedi; commenti che spaziano dal "sei carino" al "wow quanto sei bello" ed un utilizzo della lettera "m" tante più volte quanto la foto che stanno commentando risulti eccitante (pare che qualcuno si sia spinto ad utilizzare tutti i caratteri a disposizione per far capire quanto l'immagine risultasse bollente e conturbante). Meglio evitarli e non ricambiare il loro following* se non si vuole finire al Commissariato di polizia a presentare una querela per stalking.
3. I finti saggi
E poi ci sono loro, quelli de "Meglio un giorno da leone che cento da pecora", o del "Rosso di sera bel tempo si spera", o ancora del "Quando la vita ti dà mille ragioni per piangere, dimostra che hai mille ed una ragione per sorridere".
Terribili. Pessimi. Scadenti. Non c'è altro modo per definire questi soggetti che parlano utilizzando frasi fatte, proverbi e motti raccattati sui baci Perugina.
Questi strani bipedi forniti di account non fanno altro che fare a gara a chi dica la cosa più scontata ma, il loro vero tratto distintivo, è che ogni loro tweet riceve una valanga di stelline e di retweet*.
Non ho mai capito con che coraggio si possa esprimere consenso nei confronti di certe esternazioni che persino un bambino di 5 anni troverebbe ovvie e noiose...ma così va il mondo: i sapori semplici spesso sono anche quelli più banali.
4. Le comari
Questa è la categoria alla quale tengo di più perché, prendendo spunto dal Sommo Poeta, ho deciso di inserirmi proprio dentro questo "girone", da me stesso, peraltro, creato (no, non è una vostra impressione, sono davvero presuntuoso ed egocentrico come sembra).
Riescono a mimetizzarsi alla perfezione: hanno un numero di follower che varia dalle poche centinaia a qualche migliaio; spesso sono simpatici e parlano un po' con tutti, offrendo sorrisi e battute anche al nuovo iscritto ignorato dalla massa; pubblicano foto di cibo, di monumenti e di serate con gli amici, apparendo, agli occhi dell'universo di Twitter, come esseri del tutto normali e, forse, anche abbastanza anonimi. Ma è questa la loro forza: una capillare rete di informatori, amici, amici di amici, conoscenti e, in rari casi, addirittura tweetstar, fa di loro potentissimi e pericolosissimi Pubblici Ministeri, che segretamente, alcune volte anche loro malgrado, sono a conoscenza di gossip, piccanti e non, su tutti. La loro ronda è incessante, un po' come se fossero dei Nazgul alla ricerca dall'anello, ma senza drappi neri e cavalli: nessuno sa quando ci si trova in presenza di una comare o di un semplice twittero*, nessuno sa se quell'informazione che scivola dalle labbra è davvero al sicuro o sarà oggetto di una ricostruzione dei fatti il cui esito potrebbe portare all'ignominia social(e).
Bisogna stare molto attenti a rivelare pensieri, parole, opere od omissioni a chicchessia: non tutti possiedono quella vocazione alla segretezza che li rende dei laici confessori 2.0.
5. Gli ingenui
Ed infine abbiamo una delle categorie che, personalmente, detesto maggiormente: gli ingenui.
Va da sé che si tratta di "finti ingenui", di coloro che associano spietate autocritiche a foto che immortalano corpi così ben scolpiti da far entrare in crisi lo stesso Michelangelo.
Belli da far invidia a Venere o Apollo, passano le loro giornate scattandosi selfie e pubblicandoli su Twitter: slip strategicamente abbassati così da far intravedere villosità curate con fare maniacale; solidi ed inaffondabili glutei che, sfidando gravità e inestetismi della pelle, fanno capolino dalle lenzuola, artificiosamente sistemate in modo da spacciare per nudo artistico semplicemente un nudo esibizionistico; magliette perennemente assenti che costringono questi evolutissimi Sapiens, nei mesi invernali, a tenere i riscaldamenti accesi in modalità "tropici", giorno e notte, causando, tra l'altro, danni irreversibili al Pianeta e offrendoci sempre un motivo per invidiarli.
Li si vede perennemente cadere da altissimi peri, restando sempre sorpresi da come quella foto, in cui sono casualmente presenti piedi, capezzoli, peli del petto, addominali, polpacci, deltoidi e labbra a culo di gallina, possa davvero risultare interessante o, addirittura, erotica per qualcuno!
Mai farsi amico un ingenuo, esaurito il numero di stelline che si possa loro offrire, volgerà il suo appetito verso nuovi account ancora vergini di approvazione.
Conclusa la mia classificazione mi urge ricordare a tutti coloro che se la sono presa per ciò che hanno letto che no, non sono serio, e che no, non vi sto giudicando, sto semplicemente giocando con le parole così da strappare tanti sorrisi e quanti meno vaffanculo possibile.
Con la speranza di non avervi tediato più del solito, corro a cenare...e chissà, a pubblicare magari una foto che vi faccia invidiare le 2000 calorie che spero di assumere a breve.
Glossario:
*Tweet: breve commento che non può superare i 140 caratteri.
*Stellinare: aggiungere a preferiti un tweet, corrisponde al tasto "Mi piace" di Facebook.
*Defollow: smettere di seguire un account.
*Follower: colui che ti segue.
*Following: colui che segui.
*TL: sta per "Time Line", corrisponde alla Home di Facebook.
*Retweet: corrisponde al tasto condividi di Facebook.
*Twittero: persona che sta dietro un account Twitter.
A presto blog, a risentirci miei lettori.
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