Consumisticamente
I l saggista tedesco Siegfried Kracauer, già durante gli anni Venti del secolo scorso, si scagliò duramente contro la filosofia del divertimento propria della Belle Époque definendo la società di massa come un semplice ornamento, un orpello privo di scopo, come un’orda di individui guidati dalla cieca voglia di avere, di possedere, di collezionare standard di benessere utili a misurare sia la propria che l’altrui felicità così da redigere un bilancio da sbattere in faccia a chi era rimasto indietro, a chi aveva rallentato la marcia, a chi, semplicemente, era diverso perché concentrato su altro. La prova che Kracauer avesse ragione è facilmente dimostrabile guardando la società odierna e la sua folle corsa verso una meta costellata non di valori ma di voleri: oggetti, beni, cose, tutti elementi intimamente materiali, tangibili, aggredibili con i sensi, divorabili e consumabili per cercare di placare una fame neurologica che non ha inizio e non ha fine. Non c’è posto per la lentezza,