Significanti infeltriti

Per quanto tempo un termine può essere utilizzato impropriamente prima di iniziare a sgualcirsi ed a deteriorarsi?
Io credo che accada un po' come con i maglioni di lana: li metti, li lavi, li rimetti...ma se sbagli il programma della lavatrice è fatta, quel capo sarà da buttare perché perderà tutte le sue qualità. 

Una delle prime cose che ho imparato studiando nella facoltà di giurisprudenza è che l'appropriatezza terminologica è tutto: i sinonimi, a ben vedere, non esistono perché ogni parola ha una sfumatura che le appartiene. Quello a cui si assiste ai giorni nostri, più che in passato, è invece il frutto di una frattura, forse ormai insanabile, tra la realtà che si vuole descrivere e gli strumenti che utilizziamo per rappresentarla agli "assenti", a coloro cioè che non hanno potuto percepire con i propri sensi quel dato fenomeno in quel dato istante del divenire storico-sociale. 
E così ci fidiamo e assorbiamo, prendendoli per buoni, racconti i cui protagonisti sono eroi o mostri a seconda delle bocche da quali vengono scaraventati sul mondo. 

La vera tragedia, per come la vedo io, è che queste favole post-moderne sono spesso il risultato di una prostituzione del linguaggio, in cui si cambia una falsa verità con denaro, favori, approvazione o pericolosi silenzi. 

Ma di cosa mi sorprendo? Doverei saperlo che l'oggettività mal si sposa con quel coacervo di sensazioni ed emozioni umane che ci rendono dei pezzi unici e, in alcuni casi, insostituibili nel globo terracqueo. Anche io, pur sforzandomi di non farlo, sono portato ad analizzare i fatti lasciandomi influenzare dalle mie idee. 

Forse quello che più realisticamente ci resta è il mero tentativo, la voglia di provare a non distorcere la storia a nostro piacimento. Tutto ciò che riceviamo dagli altri ci trasforma in custodi; ogni parola e ogni storia fanno parte di un bagaglio conoscitivo che trasmetteremo ai nostri eredi quando arriverà il momento di abdicare a favore delle nuove generazioni. Ogni innesto fantasioso e personale che non abbia come sede naturale un racconto di pura fantasia non fa altro che diminuire il valore di quel bagaglio: cercare di preservarne la qualità di certe verità non è affatto cosa semplice, ma scegliere di non scendere a compromessi è un sacrificio che viene ripagato con la credibilità, un attributo della personalità raro, prezioso ed inossidabile. 


A presto blog, a risentirci miei lettori. 

Commenti

  1. grazie come sempre per il tuo condividere pensieri e emozioni ... riporto due frasi: "Una delle prime cose che ho imparato studiando nella facoltà di giurisprudenza è che l'appropriatezza terminologica è tutto" permettimi di commentare che lo hai imparato molto molto bene, non mi stancherò mai di dirlo, nessuno che io conosca riesce a esprimersi con l'appropriatezza di termini che usi tu, quindi grazie per il tuo eccellente uso della lingua italiana e la ricchezza di termini con i quali ti esprimi; "cercare di preservarne la qualità di certe verità non è affatto cosa semplice, ma scegliere di non scendere a compromessi è un sacrificio che viene ripagato con la credibilità, un attributo della personalità raro, prezioso ed inossidabile" permettimi di aggiungere attributo della personalità "quasi estinto", perchè mai scegliere di essere credibili quando possiamo essere romanzieri fantasiosi e creatori di menzogne? ... un abbraccio forte

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