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Visualizzazione dei post da novembre 24, 2013

Come è bello far l'amore

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È troppo presto per parlare di sesso? Dopo quattro articoli mi sembra di aver già perso troppo tempo. È arrivato il momento di recuperare! Chi mi conosce de visu lo sa: amo, in tutte le sue forme, in tutte le sue declinazioni, in tutte le sue coniugazioni, fare l'amore! Fosse per me passerei intere giornate a letto alternando ai piaceri della carne quelli della gola (la metà di voi sta pensando al sesso orale a questo punto...siete degli sporcaccioni...e mi piacete per questo). Rispetto chi riesce a disinteressarsi completamente dell'argomento, ma al contempo sono dispiaciuto per queste "anime prave" perché non hanno che i carboidrati nelle loro vite, e quelli, si sa, a lungo andare e a differenza di qualunque amante, si stanziano sui fianchi e non vanno più via. Io non ho iniziato presto a dedicarmi allo sport più amato dagli italiani che vivono da Trieste in giù, anzi, si può dire proprio il contrario. Ma questo non mi dispiace dopo tutto. Nel momento storico in

Siamo figli delle angurie

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"A lui non piace studiare, è questione di carattere.". Questa frase potrebbe anche avere senso (e insisto sul potrebbe), se non fosse che spesso l'ho sentita riferita a dei bambini che non hanno ancora compiuto i 5 anni. Andiamoci piano e soprattutto parliamoci chiaro. Carattere? A 5 anni? Sarà che mi sbaglio, sarà che non sono un dottore in scienze della formazione, ma non penso che i figli vengano al mondo con il germe del "buono" o del "cattivo" studente. Ci sono tante cose aleatorie, e certi aspetti della vita sono davvero imprevedibili, ma volete farmi credere che i bambini vengano alla luce con un destino già segnato? Altro che nascere sotto i cavoli, qui si parla di esseri umani che hanno tutte le caratteristiche delle angurie e dei cocomeri, il cui sapore è solo frutto del caso. Io non ce l'ho con i pargoli. Loro non hanno colpa, ma solo la sfortuna di essere educati da persone che prendono poco seriamente i propri doveri educativi. A t

Normalità alla deriva

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Se c'è un concetto che mi ha sempre affascinato è quello di "normalità". Il vocabolario Sabatini Coletti ci offre questa definizione: " Condizione di ciò che è normale; stato consueto. SIN regolarità. ". Lasciando da parte le implicazioni sociologiche ed antropologiche della nozione che, come sappiamo, hanno spesso cercato di dare (senza riuscirci) una giustificazione plausibile ad alcune delle pagine più nere che la storia ricordi, il punto su cui voglio concentrarmi è invece di carattere più limitato ed infinitesimo, essendo rivolto a quella cellula fondamentale che è il rapporto di coppia (che non necessariamente deve trasformarsi in famiglia). La premessa biologica di questa immagine è ovviamente corretta e dimostrata, essendo basata su una semplice regola aritmetica: uomo + donna = prosecuzione della specie. Altrettanto vero è, però, che essa risulta imprecisa e noncurante di un altro aspetto fondamentale: siamo la "classe" dominante sul piane