Artigiani di crudeltà

Indignaziones. f. [dal lat. indignatio -onis, der. di indignari «sdegnarsi»]. Stato dell’animo indignato, risentimento vivo soprattutto per cosa che offende il senso di umanità, di giustizia e la coscienza morale (Da: http://www.treccani.it/vocabolario)

Strumentalizzare: v. tr. [der. di strumentale]. Servirsi di qualcuno o di qualcosa, o anche di un evento, di un fatto, di una situazione, esclusivamente come mezzo per conseguire un proprio particolare fine, non dichiarato ed estraneo al carattere intrinseco di ciò di cui ci si serve (Da: http://www.treccani.it/vocabolario).

La lontananza semantica tra questi due termini è immensa, eppure spesso amiamo cambiare il nome alle cose, forse per noia, per gioco, o semplicemente per sentirci creatori di qualcosa. 
Così accade che parliamo, con rispetto e commozione, delle vittime di Parigi, con spocchia e leggerezza di quei "cadaveri di serie B" affogati nel canale di Sicilia.

La tragedie sono tali perché ledono, sfregiano e stuprano quel senso di appartenenza che lega tutti coloro che sono "soci" di uno stesso gruppo o, in certi casi, membri di una stessa specie. 
Provare, come mi è capitato di capire leggendo tweet e post, gioia e gratitudine per ciò che è accaduto oggi è, secondo me, l'inquietante segno di un ritorno a quel passato in cui il tanto civile occidente uccideva, sotto l'egida del corrotto sovrano del momento, migliaia di persone accusate di essere solo dei barbari, solo degli infedeli, delle perfide streghe o semplicemente degli scomodi oppositori politici, accomunati tutti da una immanente e semplicistica "sacrificabilità".

Oggi dobbiamo piangere per due motivi: sia per quei 700 uomini, donne e bambini che, per disperazione, sono scappati dal loro Paese, trovando, ahimè, in mare, la morte; ma anche per le coscienze di quei vivi che, avendo la fortuna di essere ancora tali, preferiscono avvelenare la propria coscienza odiando il prossimo...persino quando ormai quel prossimo è solo un ricordo, incorporeo e silenzioso, per pochi e sofferenti esseri che giustamente  piangono la scomparsa dei propri cari. 


A presto blog, a risentirci miei lettori.

Commenti

  1. Un mondo pieno di crudeltà è quello in cui viviamo ... senza più rispetto per nessuno ... nemmeno per i morti ... dove quello che ci preoccupa è l'apparire e raramente ci preoccupiamo davvero degli altri ... e come potremmo? A malapena vogliamo bene a noi stessi, figuriamoci agli altri ... Queste tragedie dovrebbero farci riflette, non farci sorridere ... Avvolte questo mondo mi spaventa, ho paura per il futuro, non tanto mio, quanto dei nostri figli ... Ma non perdo la speranza, un raggio di sole si può sempre trovare ... Grazie Giovanni per queste tue parole, scritte con la solita maestria, che ci invitano a meditare ... un abbraccio

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    1. È proprio questo il punto: riflettere. Non lo si fa abbastanza a quanto pare...o almeno voglio sperarlo.
      Speriamo in un futuro migliore, nonostante le premesse non siano le migliori.
      Grazie per il commento e per i complimenti.

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  2. Non avresti potuto esprimere ciò che provi meglio di come hai fatto. Il mondo va purtroppo, consentimi la metafora stradale, in un vicolo cieco a senso unico. Il genere umano è diventato scarno di ogni minimo impulso interiore e soprattutto vive in un mondo arido di sentimenti. È davvero un peccato perché a risentirne è specialmente l'élite di chi davvero ama. Saluti

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    1. L'individualismo così faticosamente conquistato durante gli ultimi secoli si stra trasformando in egocentrismo bello e buono...fortunatamente però c'è chi si indigna, chi lotta e chi si batte (anche solo verbalmente) in nome di valori che si considerano comuni a tutto il genere umano, valori in certi casi solo dimenticati, altre volte persino disconosciuti.
      Grazie per il commento Vincenzo, e grazie per esserti indignato assieme a noi.
      Un abbraccio.

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