Siamo figli delle angurie

"A lui non piace studiare, è questione di carattere.".
Questa frase potrebbe anche avere senso (e insisto sul potrebbe), se non fosse che spesso l'ho sentita riferita a dei bambini che non hanno ancora compiuto i 5 anni.
Andiamoci piano e soprattutto parliamoci chiaro. Carattere? A 5 anni? Sarà che mi sbaglio, sarà che non sono un dottore in scienze della formazione, ma non penso che i figli vengano al mondo con il germe del "buono" o del "cattivo" studente. Ci sono tante cose aleatorie, e certi aspetti della vita sono davvero imprevedibili, ma volete farmi credere che i bambini vengano alla luce con un destino già segnato? Altro che nascere sotto i cavoli, qui si parla di esseri umani che hanno tutte le caratteristiche delle angurie e dei cocomeri, il cui sapore è solo frutto del caso.
Io non ce l'ho con i pargoli. Loro non hanno colpa, ma solo la sfortuna di essere educati da persone che prendono poco seriamente i propri doveri educativi.
A tuo figlio non piace fare i compiti il pomeriggio? Bene, ti svelerò un segreto: di norma e regola, a nessun bambino piace fare i compiti. Non è una questione di carattere, quello sta iniziando a formarsi (forse) da un paio di settimane ed è ancora "in progress"; è solo un capriccio che come tale, per quanto dispiaccia, va corretto (anche se non con la violenza).
Non sarà che in realtà si sta cercando di camuffare, dietro un fantomatico "carattere" dei cinquenni, la svogliatezza a ricoprire il ruolo di genitori? Dire "no" non è mai facile e mai lo sarà. Ma se non vuoi che tuo figlio un giorno passi intere giornate a farsi foto in mutande in bagno avendo come unica aspirazione quella di fare il tronista dalla De Filippi, forse è il caso che tu ti sieda accanto a lui e gli trasmetta la voglia di capire cosa c'è stampato sui libri spiegandogli anche il perché abbia un senso imparare date o poesie.
Non si può essere capaci di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato senza avere un minimo di bagaglio culturale. E non sto parlando di lauree o titoli, la cultura è un'altra cosa, e non necessariamente essa deve essere certificata da enti ed entucoli. La serenità personale la si conquista anche per mezzo di una sana e costante curiosità nei confronti del mondo in cui viviamo, e questo gusto per il "sapere" lo si apprende e lo si conquista fin da bambini.
Non so se sarò mai padre, non ho mai reputato me stesso capace di un compito così complesso, ma se mai avrò questo onore, spero di trasmettere ai miei figli uno dei pochissimi pregi che ho, che è appunto la mia curiosità verso tutto ciò che mi circonda (tutto...tranne la matematica ed i suoi derivati, mi pare ovvio).
E dopo questo sfogo posso tornare a colorare i miei libri di diritto perché, anche se quello del discente è un lavoro a tratti odioso e mal retribuito, studiare mi dà la possibilità di arricchirmi di tesori che mai nessuno potrà mai sottrarmi.



A presto blog, a risentirci miei lettori.

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