Resta quello che non c'è
Quando il tuo tempo vale meno di quello altrui, quando i tuoi problemi e i tuoi dolori non hanno importanza, quando persino le tue gioie passano attraverso gli occhi di chi ti sta accanto senza lasciare alcuna traccia e nessuna memoria, resta solo quello che non c'è, un vuoto fatto di aria incomprimibile e pesante, grave e greve, forse invisibile, ma colma di un'indifferenza così umana e razionale da risultare innaturale.
E ci si volterà, una volta sola o forse due, per osservare ciò che è stato, per cercare fra le macerie qualche oggetto di valore, qualche tocco di colore, un pezzetto di passato da strappare alla polvere così da non perdere traccia di ciò che fu e gioirne, magari, ancora, quando un rallentamento della corsa consentirà di guardare fuori dal finestrino e scorgere quel paesaggio di ricordi traboccante di doni, di miseria, di risate e di errori.
Quando il dolore cederà il posto all'indifferenza anche quell'aria cesserà di essere materia e quel pulviscolo sarà dimenticato, sarà spazzato via da altri suoni a cui la mente farà spazio e a cui il cuore darà alloggio.
Cambiare direzione non è certo semplice, ma è necessario: sprecare gli istanti e limitarsi a sopravvivere quando si potrebbe persino vivere è sempre un errore, un peccato mortale che nessuno Dio sanziona ma che ogni uomo dovrebbe aver cura di evitare.
Nessuna stella da seguire e nessuna magia, solo un tragitto, un sentiero irto di ostacoli che ad ogni passo ci regala la possibilità di reinventarci, di migliorarci, di elevarci fino a raggiungere la migliore forma di noi stessi.
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