Trama e ordito

Una banale passeggiata in una domenica pomeriggio senza pretese, una di quelle domeniche orfane di aspettative e di interrogativi. Un caldo afoso ed umido ed una tranquillità inusuale, quasi fastidiosa.  Vago, senza capire bene dove andare e quale strada preferire, senza trovare un principio sul quale declinare una scelta, avvertendo solo il bisogno di errare...ed anche, forse, di sbagliare.

Quando siamo così soli con noi stessi ci rendiamo finalmente conto delle nostre "specifiche tecniche", delle nostre particolarità, della nostra unicità, del risultato finale della somma dei nostri hardware e software: ma è davvero così in fondo? Siamo tutti diversi? Esiste tale unitaria unicità? O semplicemente ci consola e ci rassicura pensarla così? 

Soffriamo del bisogno di distinguerci e di percepirci come qualcosa di "particolare", di migliore rispetto all'altro, ma sorge il fondato dubbio che si tratti più banalmente del nostro egoistico timore di "svanire", di disfarci senza lasciare una traccia, un segno nel mondo o nella memoria di chi ancora respira. 

E si fa allora delle proprie diversità ora una virtù, ora un handicap, ora un'arma da offesa, ora uno scudo, ora motivo per cui sorridere, ora una comoda scusa che ci porta a tacere.

La verità è sempre sfuggente e distorta dalla nostra visione interna e condizionata dei fenomeni che pretendiamo di analizzare...ma ragionare, alzare gli occhi al cielo ed immergersi, inaspettatamente, in tale vastità di considerazioni regala un profondo sentimento di riconoscenza nei confronti di questa vita sicuramente imperfetta e breve, ma certamente gratificante per chi ha la voglia, o forse il coraggio, di guardare in tale abisso bifronte.

Siamo tutti parte insignificante ma immanente di un organismo cosmico che vive e respira in una determinata maniera anche grazie alla nostra presenza, al nostro esistere, al nostro esserci come esseri pensanti e sognanti, al nostro riuscire a chiederci, con una certa dose di ingenuità, quando avremo tutte le risposte a quelle domande che riusciamo, con dolore e fatica, a porci: trama e ordito, uti singuli, altro non sono che fili quasi bidimensionali e privi di vita...solo quando si incontrano e si intrecciano regalano agli occhi un tessuto i cui colori e disegni sanno stupire, incantare e raccontare storie. 

Avere memoria di certi pensieri aiuta a crearne di nuovi e migliori: in fondo ogni contributo, ogni ragionamento, è davvero unico, nonostante sia da sciocchi credere che sia "solo" ed irripetibile.


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