Social-mente vivo
Da troppe settimane non dedicavo qualche ora a me stesso. Questa mattina, quasi coraggiosamente, ho deciso di prendere in mano la mia vita, di restare in pigiama, e dedicarmi così ad un po' di sano e divertente dolce far niente.
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@Sputnickk
@FabrizioMaz
@BlackTristan
Fuori piove a tratti, mentre un gelido vento bussa costantemente sugli infissi. L'impressione è che marzo non abbia nessuna intenzione di smentire le voci riguardo la sua assenza di sanità mentale.
Mentre le lenzuola del mio letto, tutte aggrovigliate, tradiscono un sonno un po' troppo agitato e ricco interruzioni, io sto seduto davanti al mio PC, affacciato su una finestra che oggi mostra un clima sereno e disteso. E così, tra una mail dell'amica di Genova e dei tweet con dei simpaticissimi sconosciuti, ho anche il tempo di riflettere su quanto il mondo dei social, dopo tutto, non sia male come dicono.
Anche in questo caso la regola della virtù che sta nel mezzo non può essere ovviamente disattesa, ma se si riesce a non ammalarsi di "socialità", Facebook, Twitter e gli altri social network, sono uno strumento utile per lenire gli stress quotidiani. Una visita alla "home" od alla "Time Line" e una risata riesce a distrarci da quelle nevrosi che sono ormai una costante della nostra esistenza.
Demonizzare questi mezzi di comunicazione mi sembra quindi sia anacronistico che ridicolo. Come sempre non è un mezzo ad essere "buono" o "cattivo", ma è l'utilizzo che se ne fa che può essere più o meno criticabile.
Non sempre la cultura la si trova sui libri o in un buon film. Avere la possibilità di scambiare pareri con persone "reali", spesso troppo distanti dal luogo in cui si vive, non fa altro che dilatare la mente e considerare opinioni con le quali, forse, non saremmo mai entrati in contatto. Da ogni forma di incontro, così come da ogni scontro, si può trarre qualcosa di utile per conoscere intanto noi stessi e in secondo luogo anche il mondo in cui viviamo.
Come ho già detto nel mio articolo precedente, è essenziale insomma trovare dei propri spazi e ricordarsi di "cazzeggiare" un po'. Probabilmente, se stamattina non avessi acceso il PC, avrei già ripetuto pagine e pagine di querelle dottrinali sulla giurisdizione di T.A.R.; ma per quanto lo studio sia di fondamentale importanza nella vita, non riesco proprio a disconoscere ogni altra forma di arricchimento personale: le risate, così come le lacrime, non sono mai uguali tra loro.
Forse sbaglio ad essere così curioso ed entusiasta nello scambiare informazioni con i miei simili, ma preferisco sapere un paio di articoli in meno piuttosto che crescere diventando un vecchio burbero che non riesce a parlare di nulla se non dei propri studi.
A presto blog, a risentirci miei lettori e Grazie soprattutto a:
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