Lo stanzino incasinato

Odio le generalizzazioni: non sono altro che patetiche astrazioni mentali che semplificano un sistema distruggendo le sue caratteristiche singolari e le sue peculiarità.
Nonostante ciò credo anche fermamente che esistano poche ma genuine "regole umane comuni" che, per quanto generiche possano risultare, siano in grado di guidare ogni individuo sulla via che porta alla propria stabilità personale. 
Una di queste leggi non scritte è strettamente connessa al nostro bisogno di "socialità". 
Nasciamo, viviamo e moriamo immersi in una dimensione collettiva. Passiamo l'intera esistenza assieme ad altri, tenendo costoro più o meno vicini a noi stessi, a seconda di quanto questa necessaria osmosi ci faccia stare bene. 
Insomma, quelli della nostra specie sembrano quasi progettati per "fare branco". Tutto ciò risulta vero e dimostrato se solo si guarda alla nostra storia evolutiva. Ciò che però mi spaventa, come sempre, sono le degenerazioni. 
Se passare la vita in eremitaggio risulta poco sano, se non anche patologico, credo sia altrettanto pericoloso far dipendere tutta la propria "forza" esclusivamente da qualcuno che non sia la nostra stessa persona.
Molti di voi a questo punto obietteranno pensando a quanto ciò che ho appena affermato risulti, in realtà, poco credibile quando si incontra il famosissimo, aulentissimo, altissimo e purissimo Vero Amore (il maiuscolo serve ad escludere dalla nozione in commento occasionali coiti che, tutt'al più, sono in grado di trasmettere Veri Orgasmi, e di quelli parleremo magari nella prossima puntata). 
La contraddizione, a mio avviso, è solo apparente: un'istanza di equilibrio interno indipendente dai fenomeni contingenti non dovrebbe mai essere bypassata o soffocata. Nessun tipo di sentimento che pretenda di annullare ciò che siamo è sano. Anche l'altruismo, portato alle estreme conseguenze, finirebbe con l'annientare coloro che non sono in grado di stare bene, da soli, con se stessi. Non si può vivere di sola "altruità".
La mia non vuole certo essere un'apologia dell'egoismo, anche perché troppe poche persone, a ben vedere, hanno bisogno di un incoraggiamento a pensare a se stessi prima che agli altri. Il dato su cui punto la mia riflessione è un altro: troppo spesso, al giorno d'oggi, si crede e li lascia credere che la propria felicità parta da strade che stanno fuori da noi stessi. Invece, secondo me, non è demolendo i propri spazi che si conquista un solido rapporto di coppia. 
In ogni casa (così come in ogni soggetto) dovrebbe esistere uno stanzino più o meno incasinato all'interno del quale esercitare una sovranità assoluta e priva di condizionamenti da parte di "camere straniere": passarci tutta la vita sarebbe noioso ed inumano; ma ricordarsi, di tanto in tanto, di recarvisi per far cambiare l'aria, non è e non sarà mai un male, tanto quanto non lo è volersi bene quel tanto "in più" che serve per poi amare qualcun'altro.



A presto blog, a risentirci miei lettori. 

Commenti

  1. Condivido il tuo pensiero... specialmente quando parli del troppo altruismo, io lo sono stato, e mi son sentito dire che il mio esagerato altruismo faceva star male questa persona....

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  2. Bisogna dare, sempre e a tutti, ed è proprio per questo che bisogna dare anche a se stessi! Le discriminazioni verso la propria persona sono atroci tanto quanto quelle verso certe "categorie" di persone (fammi passare l'espressione, la detesto, ma è per rendere il concetto).

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