Andro-pausa

Oggi posso offrirvi solo un'amara riflessione, frutto di una domenica mattina iniziata con troppi caffè e con una leggera ma implacabile emicrania.
Mi è capitato di dover riflettere sui legami tra le persone, o per meglio dire su ciò che si millanta essere un vincolo di amicizia, che in realtà è nient'altro che un prurito puberale che scuote i jeans, forse troppo attillati, di giovani esoscheletri ripieni di tedio ed edonismo.
Le relazioni fra le persone sono entrate in una spirale di non-senso anche perché esistono individui che affermano, con forza, di tenere in modo particolare ad un rapporto, scambiando, scientemente e maliziosamente, le chiassose istanze del proprio pene, per nobili sentimenti.
Questa sì che è vera "andropausa": un disconoscimento, patologico e degenerativo, della propria umanità, obliterata da istinti che nessun essere del creato, se non l'uomo, paradossalmente, riesce a covare fra le proprie eccitate e caotiche molecole.
Poco male però, perché esiste, quasi sempre, la possibilità di scegliere il destinatario di quella risorsa scarsa e preziosa che è il tempo di cui disponiamo.
L'individualismo porta con sé anche questo: il rifiuto della similarità necessitata ed una gradazione della valenza esistenziale del prossimo.
Probabilmente sguazzo con eccessiva serenità in questo crogiolo di discriminazione che, per quanto successivo ad un giudizio, è pur sempre un processo di egotica selezione. Per fortuna, però, non prendo per sacre neppure le mie parole. L'errore è umano, ed è quindi anche mio, ma prima di poterlo davvero considerare tale, deve essere dimostrato, e non mi pare operazione così semplice.



A presto blog, a risentirci miei lettori.

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