Valore
Oggi solo chi crea valore ha valore.
Chi trasforma il lavoro in denaro è acclamato
come un dio, trattato con rispetto, misurato e stimato come bene, come ente
fruttifero, e dopo, forse, come persona.
I moti convettivi compiuti dai soldi tengono in
vita questo pianeta, distribuendo in maniera iniquamente umana risorse e beni, individui
e carriere, costruendo e demolendo aspettative e ideali la cui effimera
esistenza è destinata a perdersi in quel cangiante caos artificiale creato da
patriarchi senza passato e senza futuro.
Le regole del vivere comune giungono allo stomaco
senza passare dalla bocca, evitando così al palato la spiacevole sensazione di assaporare certe amare
consapevolezze che mai accoglierebbe in quel sacro uscio stracolmo di doni, di
onori, di ori.
La razionalità è divenuta mera astrazione, la
realtà nient’altro che un anagramma digitale che a forza di essere osservato si
è trasformato in un universo fisico, intelligibile e fin troppo sensibile, al quale
tributare massima considerazione.
Non evasori, ma invasori! Nessuno può fuggire perché
ciò che è stato etero-normato deve essere onorato, a qualunque costo, per
sempre.
Eppur si muove, nella coscienza degli ultimi, un fuoco
vettorialmente contrario che racconta altre storie, piccole nugae e
grandi verità.
Eppur si muore, tutti, nel silenzio di un’antica galassia che si beffa dei nostri numi, dei signori e dei derelitti, accogliendo nel suo gelido ventre stelle, pianeti, uomini e ricchezze, trasformandoli in cenere, in atomi, in poco più di un nulla senza fine.
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