Acini
Questo blog ha perso le parole, letteralmente.
“Less is more”. Lo si sente dire spesso al giorno d'oggi, ma sapete da dovere deriva questa espressione? È stata coniata dall’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe, un artista che ha sposato una filosofia progettuale che attribuiva al concetto di essenzialità un ruolo chiave nella realizzazione di una qualunque opera di design.
Il “meno”, la sottrazione in luogo del troppo e dell’opulenza, è un principio meno banale di quel che potrebbe sembrare, un'idea che, se applicata alla vita di tutti i giorni, spoglia da problemi, interrogativi e persino da compagnie che, a ben vedere, sono nient’altro che inutili orpelli che rallentano il nostro incedere, appesantendo un bagaglio che è già fin troppo grave di suo.
Questa cattività che dura da più di un anno, vissuta da me così come da tanti altri in tendenziale solitudine, mi ha fatto perdere molte cose: la voglia raccontarmi, l’interesse nel prendermi cura del mio corpo, il desiderio di offrire la mia opinione, la brama di socialità, il bisogno di chiedere consigli e persino l’appetito per il sesso.
Sembrerebbe la descrizione di un vero e proprio disastro, ma mi chiedo: si tratta davvero di un male? Sono sull’orlo del solito e ormai logoro precipizio tanto caro agli amanti delle frasi preconfezionate? Non credo, o almeno, non necessariamente.
Quando si è nudi e ci si vuole coprire, gli indumenti vengono scelti con cura, partendo sempre da quelli essenziali per poi procedere fino agli accessori più minuti. È così che mi sento ora: senza veli e senza imbarazzo, coperto solo da un velo di apatia che, in quanto tale, non è né buona, né cattiva, perché semplicemente “è”.
Anche questo blog, che altro non è che un mio riflesso virtuale, doveva essere privato di qualcosa, ecco perché ho deciso di tenere solo gli Acini e di rinunciare alle parole.
Quando tornerò (se tornerò) saprò dirvi cosa ho scelto di mettere, nel frattempo il mio consiglio è "Get naked": la vita è più bella senza vestiti.
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