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Raggiungere il centro,
sfiorare l’origine
ignorando il contesto,
desolato e muto,
in cui ogni tassello
precipita nell’imperfetto,
in cui ogni errore permette
agli occhi di godere,
al cielo di brillare,
al sublime di esistere.
A quel punto ignorato,
nessuno una lacrima pone,
nessuno sorride,
nessuno regala campanule o rose.
Occhi tesi,
corse sfrenate,
disattese speranze
per ritagli solinghi
come strade ferrate:
forti ma arrese.
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