Dolore
Domatore del cuore
in un circo di fiere,
selvagge, feroci,
ora in catene.
Corse sfrenate
fra savane, galassie,
fra luci notturne
e atolli sommersi.
Mani che tese,
tremano e piangono,
stringono il sogno
di vite passate.
Specchi al mercurio
pronti a cadere
da tetti crepati,
secchi e bruciati.
Una punta tagliente,
ferisce e interrompe,
l'isofono suono
di un torace squassato.
Dolore, maestro,
scuote il mio sonno,
immerge i miei occhi,
in un grembo materno.
Stanchi, umiliati,
in cerca di senso,
di lezioni e di vite,
di umano consenso.
Io credo che poche cose siano democratiche come il dolore: prima o poi tocca a tutti averci a che fare, e sicuramente non si tratta mai di un "incontro" piacevole.
Bisogna però imparare fin da subito a misurare il dolore, così da capire come e soprattutto quanto soffrire: è facile crogiolarsi nella disperazione, infettando con la nostra negatività chi cerca di aiutarci, ed è proprio questo atteggiamento a regalarci altro dolore che si somma, volente o nolente, al precedente.
Siamo tutti infinitamente ed irrimediabilmente soli quando si tratta di combattere contro i nostri demoni, ma i buoni consigli, se seguiti, sono armi che siamo liberissimi di portare con noi in qualunque battaglia della vita.
Oggi ho scritto questi versi liberi sul dolore non per cercare di sminuirne l'onnipotenza, ma solo per cercare di definirne l'essenza, così da ricordare, soprattutto a me stesso, che solo soffrendo ci si evolve in ciò che tutti dovremmo aspirare a diventare: esseri capaci di invecchiare riconoscendo, con sempre con maggiore facilità, la vera felicità.
(Pablo Picasso, Nudo blu, 1902, Olio su tela 133.5x101, Madrid, Museo Reina Sofia)
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