"Quanto è brutta la calunnia, mamma mia!"

I pettegolezzi, ammettiamolo, sono, almeno in parte, il sale della vita: in quanto animali sociali, forzosamente inseriti all'interno di una società che man mano si fa sempre più complessa, confusionaria e caotica, sentiamo il bisogno di relazionarci con gli altri,  ed è da ogni contatto, da ogni rapporto, che si genera, quasi spontaneamente, un giudizio frutto della nostra re-visione creativa della storia. 

La curiosità, quella forza invisibile che ha spinto l'uomo ad evolversi ed a migliorarsi, fino a raggiungere enormi traguardi tanto in campo scientifico, quanto in campo letterario e sociale, può degradare, in alcuni casi, nel suo corrispettivo patologico: l'indiscrezione, cioè la spasmodica ricerca di dati ed informazioni particolareggiate su usi, costumi, abitudini e preferenze di conoscenti vicini o lontani. 

L'invadenza nel voler a tutti i costi conoscere i fatti altrui, da sola, però, non fa male a nessuno, serve infatti un "quid pluris" per renderla davvero letale, per trasformarla in vera e propria calunnia: ciò che occorre è la volontà di trasmettere ad altri le notizie (reali o semplicemente realistiche) che sono state pazientemente raccolte e catalogate, allo scopo di emettere una sentenza che possa riecheggiare in ogni strada della cittadella, reale o virtuale, nella quale vittima e carnefice coabitano. 

Come ha ben spiegato la cantantessa Carmen Consoli in una delle sue famose canzoni (Maria Catena - Eva contro Eva - 2006), i pettegolezzi si trasformano in una vera e propria "prelibatezza" che appare irresistibile soprattutto (ma non solo) per coloro che possiedono palati volgari e poco avvezzi al concetto di cultura. 

Il gusto per ciò che è proibito, misto alla voglia di sentirsi "migliori di", trasforma ignari attori del contesto sociale in tributi da sacrificare sull'altare della normalità al caro e vecchio Dio Conformismo.   

L'unico aspetto positivo delle maldicenze è che esse, spesso, anche se non sempre, vivono esistenze alquanto effimere, tramutandosi in ricordi sbiaditi nel giro di pochi giorni o di poche settimane. 
E così, lentamente, con fatica, le varie Maria Catena del paese, possono pian piano cercare di riprendere in mano la propria dignità e l'amor proprio rimasto, così da andare avanti, così da voltare pagina, lasciandosi finalmente alle spalle il peso di quei pregiudizi che nei casi più fortunati hanno "solo" lasciato una profonda cicatrice sui cuori di chi ha sofferto. 

Il bello di questo mondo, però, è che siamo tutti diversi: non tutte le Maria Catena sono nate per subire passivamente le angherie altrui, non tutte le Maria Catena tollerano, in silenzio, che si faccia vilipendio di certe verità, non tutte le Maria Catena riescono a trattenersi dal vendicarsi e dall'utilizzare, contro i propri aguzzini, le stesse armi spuntate che hanno ferito, ma non hanno distrutto, la stima che si ha di se stessi. 

"Quanto è brutta la calunnia, mamma mia!", sarebbe sempre meglio evitarla...non possiamo sapere quanto agguerrita, corazzata e vendicativa sia la Maria Catena che vogliamo colpire.

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