Amore (s)fortunato

Cos’è la fortuna?
Per alcuni è nascere nella famiglia giusta, per altri è riuscire a cogliere i sussurri del destino o, in altri casi, riuscire a fuggire lontano da esso; ma fortuna è, per molti, nient’altro che trovare quell’unico essere che ci faccia sentire unici al mondo e che regali alla nostra esistenza la dimensione della “specialità”.

Sentiamo il bisogno viscerale di auto-convincerci che la nostra vita non sia solo un caotico e casuale capriccio di Madre Natura, ma qualcosa al di fuori dall’ordinario e di non replicabile: non riusciamo e non vogliamo arrenderci all’idea, sicuramente estrema, che siamo un prodotto organico “in serie”, e l’unico modo che conosciamo per trasformarci da semplici esseri umani in spiriti immortali è cercare, trovare e coesistere accanto alla nostra “metà perduta”.

Ma se le nostre azioni e le nostre omissioni dirette a tale sacro scopo riescono ad attraversare senza alcuna fatica le larghe maglie di ciò che ormai, per legge, è lecito, a volte non riescono a superare quella barriera di anticorpi che ogni comunità, nel corso del tempo, sviluppa. E così anche l’amore, il più semplice e nobile tra i sentimenti, spesso si trova a lottare non tanto con divieti penali o sanzioni amministrative, quanto con dei titanici assiomi frutto della statistica: solo i rapporti “comuni”, quelli che passano del tutto inosservati perché ormai “normali”, incontrano il rispetto ed il conforto da parte di amici e conoscenti; tutto il resto, tutto ciò che è diverso, diviene un risibile e volgare elemento di scarto, e come tale va trattato.

Siamo così impegnati a giudicare gli amori e le relazioni altrui da aver dimenticato che, qualche secolo addietro, anche il nostro rapporto, oggi valutato positivamente o semplicemente ignorato perché biologicamente proteso alla prosecuzione della  specie, incontrava svariate ipoteche dipendenti dalla diversità di etnia, di ceto, di età o di religione.

Ogni novità provoca stupore, e sarebbe innaturale ed assurdo il contrario, ma non essere in grado di resistere alla tentazione di tacciare di follia o di cattivo gusto chi vive i propri leciti sentimenti con la persona, o le persone, che reputa più giusta/e, ci fa sprofondare in un circolo vizioso che ci allontana dal sentiero dal processo storico-evolutivo del quale, volente o nolente, facciamo tutti parte.

Fortuna allora diventa, in questo tempo, avere semplicemente la possibilità di vivere amando e, al contempo, lasciarsi amare per quel che si è, declinando questo sentimento a modo proprio, unendo a tale eterna radice una sola, cento o mille desinenze diverse: fermarsi per puntare il dito, dopo tutto, ci fa semplicemente perder tempo…ed il tempo, si sa, è una risorsa scarsa che non va sprecata mettendo alla gogna chi un amore, forse diverso, nuovo, ma sincero e puro, a differenza nostra, lo ha trovato già.  

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